Prodotti : attrezzatura per cucina : corsi di cucina : Pratmar Milano Il Mondo delle Intolleranze Alimentari
Sei Intollerante? insieme ce la faremo !
Anche il titolare di Pratmar Milano Stefano Bizziccheri lo è.
Ho conosciuto Tiziana Colombo esperta in intolleranza al Nikel e lattosio, Tiziana è intollerante al Nikel, nel tempo è diventata una cara amica che porta avanti un progetto con tanta passione per il bene di molta gente.
Vi consiglio di visitare al Blog di Tiziana Colombo collegandovi al sito "Nonna Paperina" potrete inoltre iscriverVi all'associazione "Il Mondo delle Intollerenze", potrete così usufruire di di agevolazioni, sconti ecc
SINTOMI
COME SI PRESENTANO LE INTOLLERANZE ? CON QUALI SINTOMI SI MANIFESTANO?
In alcuni momenti della nostra vita, può succedere di non essere particolarmente in forma, o di avere dei disturbi di non chiara identificazione e classificazione.
Talvolta una stanchezza cronica che ci accompagna per lunghi periodi e che non ci permette di svolgere le quotidiane attività lavorative e sociali, dolori di pancia accompagnati da un intestino pigro o talvolta colitico, una cefalea ricorrente e un senso di pesantezza allo stomaco.
Alcuni soffrono di problemi legati alla pelle, dalla dermatite all’eczema, pruriti o addirittura psoriasi, che compaiono improvvisamente ad un’età anche avanzata, non avendone mai sofferto in passato.
Probabilmente abbiamo una problematica alimentare, che andrebbe indagata e affrontata.
Gli specialisti a cui ci si rivolge, spesso affrontano il problema dal punto di vista sintomatico, cercando una terapia per “sedare” il sintomo, spesso si tralascia la possibilità di andare a cercare la causa del problema.
Che fare allora in questi casi?. Non rimane altro da dire al paziente che si potrebbe trattare di un disturbo legato alla somatizzazione d’ansia, allo stress, o problema di tipo psicosomatico?
Il problema delle intolleranze alimentari, presso l’Istituto di Medicina Biologica di Milano – riferimento scientifico per la nostra Associazione – è una tema che si affronta da oltre un ventennio.
Sintomatologia e apparati/organi coinvolti.
LA SINTOMOLOGIA E' MOLTO VARIA E PUO' INTERESSARE QUALSIASI SISTEMA O APPARATO
Le patologie riportate di seguito, che sono divise per apparato, appaiono tra quelle più frequentemente collegate a un‘ipersensibilità alimentare. Per molte esiste una ricca documentazione scientifica, mentre per altre il rapporto con l’intolleranza alimentare è stato solo suggerito da alcuni ricercatori.
Sistema nervoso centrale
Depressione, sonnolenza, affaticamento, ansia, iperattività, scarsa concentrazione, vertigini, mal di testa, malattie demielinizzanti,arrenoleucodistrofia
Orecchio e udito
Dolore, ronzio, perdita di udito,aumentata sensibilità ai suoni
Naso e olfatto
Starnuti, olfatto ridotto o aumentato, pruriti,sinusite, poliposi, recidiva di poliposi dei seninasali e paranasali, ipertrofia dei turbinati,ipertrofia delle adenoidi
Bocca e golaGengive gonfie, difficoltà di deglutizione,faringite o laringite, raucedine, aftePolmoniDifficoltà di respirazione, asma, tosse
Apparato gastrointestinale
Gonfiore, nausea, dolori addominali, appetitoridotto o aumentato, reflusso gastroesofageo,coliche del lattante, crampi, diarrea, colite,flatulenza, meteorismo, eruttazioni,indigestione, gastriti, duodeniti, mD (malattieinfiammatorie croniche dell’intestino: morbo diCrohn, colite ulcerativa) epatopatie croniche
Apparato genito-urinario
Minzioni frequenti, enuresi, minzioni dolorose,mestruazioni abbondanti o dolorose o irregolari,cistiti, vaginiti, candidosi recidivanti
Cuore, vasi e sangueAngina, palpitazioni, tachicardia, alcune aritmie,infiammazioni venose o arteriose, anemia,vasculiti, leucopenia, diminuzione delle piastrine
PellePrurito, orticaria, eczema, acne, lesionivasculitiche, gonfiori, psoriasi
Muscoli e articolazioniCrampi, spasmi, tremore, rigidità muscolare,artrite, artrite reumatoide, dolori muscolari,miosite, fibromialgia, gonfiori articolari
ALCUNE CONSIDERAZIONI…
E’ normale che ora vi stiate chiedendo cosa possano avere in comune quadri sintomatologici così diversi e apparentemente lontani tra loro, la risposta è soltanto una ed è la componente infiammatoria, ovvero la naturale reazione dell’organismo rispetto a una minaccia, reale o percepita come tale il loro denominatore comune.
Qualsiasi disturbo cronico o recidivante, tale da implicare un’infiammazione e che, nonostante tutti i vari tentativi terapeutici tradizionali,non trovasse remissione o miglioramento, potrebbe trovare una giustificazione parziale, quasi sicuramente, in un’ipersensibilità a certi cibi.
Ma anche la difficoltà a dimagrire, malgrado venga seguita una corretta alimentazione, non di rado nascnde un’intolleranza alimentare.
E se vi bastasse un test per le intolleranze alimentari per scoprire il problema e cominciare a trovare la soluzione?
COME RICONOSCERLE
QUALI TEST SI POSSONO EFFETTUARE PER DIAGNOSTICARE LE INTOLLERANZE?
Negli ultimi anni il numero di soggetti interessati ad allergie e intolleranze è cresciuto in maniera esponenziale.
DIAGNOSTICA LE ALLERGIE.
Le allergie, che sono mediate immunologicamente, possono essere identificate con relativa facilità. Si riporta di seguito una breve descrizione dei test più noti validati dalla comunità scientifica:
- PRIST (Paper Radio Immuno Sorbent Test): esame del sangue che consente di dosare i livelli sierici delle IgE totali.
- RAST (Radio Allergo Sorbent Test): esame del sangue che permette di dosare nel siero i livelli delle IgE specifiche per un determinato alimento.
- PRICK: test effettuato tramite piccoli graffi sul braccio del paziente, sopra i quali viene depositata una goccia di estratto delle varie sostanze (alimenti, conservanti, farmaci, polvere, pollini, acari, peli di animali…). Dopo 15-20 minuti si effettua il controllo del braccio: se sopra al graffio si forma un “pomfo” il test viene considerato positivo, in quanto dimostra la produzione di anticorpi della classe IgE.
DIAGNOSTICA LE INTOLLERANZE.
La diagnosi delle intolleranze alimentari, invece, si presenta più complessa. Se per le allergie è infatti più agevole da effettuarsi, dato che è il paziente stesso a riferire i sintomi all’assunzione di un determinato alimento, per le intolleranze le reazioni “ritardate” rendono di difficile standardizzazione l’approccio, diagnostico e clinico.
Tra i test si ricordano:
- VEGA TEST: è condotto su punti cutanei che corrispondono a quelli dell’agopuntu- ra, con un rilevatore di potenziale elettri- co locale (elettroagopuntura di Voll detta EAV). Viene applicato al dito di una mano del paziente un misuratore della resistenza elettrica e dopo l’avvicinamento di una fiala-test alla cute si registra una variazione di resistenza, ritenendo significativa una caduta del potenziale o variazione del valore base.
- CITOTEST: si tratta di un prelievo del sangue, attraverso il quale si valutano al microscopio le modificazioni dei globuli bianchi al contatto con gli estratti alimentari.
- MiINERALOGRAMMA o TEST DEL CAPELLO: consente di esaminare attraverso l’analisi del capello gli alimenti non tollerati. Si effettua su un semplice prelievo, tagliando 3-3,5 cm di capelli nella zona retro-nucale per un campione di circa 1 grammo.
- TEST DELLE IgG o YORK TEST test immuno-enzimatico che consente di individuare at- traverso un prelievo del sangue la presenza di anticorpi IgG diretti contro gli antigeni alimentari, che indicherebbe una prolungata esposizione a un particolare alimento.
- ALCAT TEST® : è un prelievo del sangue attraverso cui viene fornito, tramite referto IMGeP (Istituto di Medicina Genetica Preventiva), uno schema indicante il grado di intolleranza ai singoli alimenti.
L'associazione consiglia ALCAT TEST®in quanto è il solo riconosciuto dalla “US Food & Drug Administration”. Per scoprire come funziona ALCAT TEST®, clicca qui.
INTOLLERANZA AL NIKEL
Nichel, cos’è e dove si trova
Partiamo con qualche nozione di base sul nichel. È un metallo bianco-argenteo appartenente al gruppo del ferro, dotato di durezza, malleabilità e duttilità.
Risulta un conduttore abbastanza buono di calore ed elettricità, è utilizzato soprattutto nell’industria manifatturiera come componente di molti oggetti di uso quotidiano – tra cui cerniere, bottoni, bigiotteria, orologi, rubinetti, chiavi e monete (quelle degli euro ne sono particolarmente cariche) –, ma anche nella preparazione di leghe.
La quantità disciolta in mare è stata calcolata intorno agli 8 miliardi di tonnellate. Il contenuto medio nel suolo intorno ai 20 ppm (parti per milione). Il nichel è inoltre rilasciato nell’aria dalle centrali elettriche e dagli inceneritori di rifiuti, sedimentando a terra a seguito di un processo di reazione con la pioggia.
Non esistono molte informazioni disponibili circa gli effetti prodotti sugli organismi: sappiamo che alte concentrazioni possono danneggiare visibilmente le piante, così come la presenza in acque di superficie può diminuire i tassi di crescita delle alghe.
Gli effetti del nichel sulla nostra salute
Circa gli effetti sulla nostra salute, poi, è importante ricordare che un assorbimento troppo elevato può rappresentare un pericolo, aumentando per esempio la probabilità di sviluppo di cancro ai polmoni, naso, laringe, prostata, nonché di problemi cardiaci e reazioni allergiche a livello epidermico.
In Italia l’intolleranza al nichel risulta in aumento, con prevalenza tra le donne, mentre le esposizioni tramite gli alimenti è ancora particolarmente bassa e perlopiù legata alla sua concentrazione nel terreno o indotta dalle tecniche di lavorazione o conservazione. Si è soliti infatti consigliare di evitare prodotti confezionati, soprattutto quelli di uso comune.
Il nichel e i suoi composti, infine, sono stati elencati dal Programma Nazionale di Tossicologia (NTP) in quanto “quasi cancerogeni”.
Il nome nichel, utilizzato un tempo dai minatori per definire un elemento senza valore, deriva dal tedesco Kupfernickel (“rame del diavolo”). Il nichel è presente in maniera pressoché ubiquitaria nel nostro ambiente. Ecco perché le manifestazioni patologiche correlate a questo metallo, in particolare le dermatiti da contatto, sono in continuo aumento.
La diagnosi di allergia al nichel
La diagnosi di allergia al nichel è in genere molto semplice: i dati clinici sono supportati dal patch test, un test di provocazione cutanea, che consiste nell’apporre sulla pelle un cerotto a rilascio lento di nichel.
Tuttavia, oltre alla dermatite da contatto, classica manifestazione di allergia conclamata, esistono forme cliniche, attribuibili a fenomeni d’intolleranza, che si manifestano con un corredo sintomatologico più sfumato, e a volte diverso da quello della classica allergia.
Nichel e alimentazione
Numerosi sono i cibi contenenti discrete quantità di nichel: cacao, legumi, funghi, cipolla, pomodoro. Bisogna, inoltre, tenere in considerazione che il nichel solfato è ampiamente utilizzato come additivo negli alimenti, in particolare nei grassi idrogenati.
I sintomi più frequentemente associati a una probabile intolleranza agli alimenti contenenti nichel sono: cistiti, gastrite, reflusso gastro-esofageo, coliti, intestino pigro o dissenteria, gonfiore addominale, cefalea, dermatiti del volto o diffusa, stanchezza.
Per evitare che l’assunzione di alimenti contenenti nichel aggravi una forma allergica pre-esistente e, per alleviare in maniera davvero efficace i sintomi – soprattutto quelli gastrointestinali – dovuti a un’intolleranza al nichel, è importante sottoporsi a una diagnosi d’intolleranza.
Negli ultimi anni si riscontra un notevole aumento di casi di intolleranza e di allergia e sembra che, al di là dell’allergia da contatto che è la situazione più nota, i cibi abbiano una loro importanza nel determinare l’insorgere di questo problema.
- Il nichel è responsabile della più alta incidenza di sensibilizzazione in tutto il mondo industrializzato.
- Il nichel è ben presente negli organismi viventi di origine vegetale ma anche animale che per nutrirsi necessitano comunque di vegetali.
- Il nichel, come solfato, è presente in moltissimi alimenti tra i quali lenticchie, fagioli, cacao, nocciole, liquirizia per citare quelli che ne contengono una buona quantità; poi ci sono molte verdure e frutti come gli asparagi, spinaci, cipolle, funghi, kiwi, pomodoro che comunque ne contengono quantità significative.
Il nichel coinvolge uomini, donne e giovani anche in età pediatrica:
- Donne 8-15% in aumento
- Uomini 1-3% in aumento
- In età pediatrica oscilla tra 1% e 15%
L’intolleranza e l’allergia al nichel sono condizioni particolarmente spiacevoli perché, ahimè, questo metallo è presente un po’ dovunque, anche nell’acqua del rubinetto e negli alimenti industriali come merendine e pani di vario genere, nelle pentole da cucina. Il contenuto di questo metallo varia naturalmente di luogo in luogo in funzione anche del tipo di terreno, dell’impiego di pesticidi, fertilizzanti agrofarmaci, e dalla contaminazione da parte dei rifiuti industriali ed urbani.
Intolleranza al nichel, sintomi e diagnosi
Ma come si fa a capire di essere allergici al nichel? Prima cosa è il constatare la presenza di particolari sintomi che per l’intolleranza possono essere:
- dermatiti e pruriti, anche da contatto, che si manifestano sul volto, sulle mani, sulle gambe;
- afte o infiammazioni boccali e gengivali;
- gonfiori addominali;
- malessere generale diffuso;
- senso di stanchezza e pesantezza;
- senso di nausea;
- mal di testa.
I sintomi, che si possono sviluppare nel tempo, sono determinati anche dalla quantità di nichel che l’organismo ingerisce o dalla quantità con cui viene a contatto.
I sintomi dell’ allergia al nichel si accentuano durante la stagione estiva e nei climi caldo- umidi perché la sudorazione favorisce il rilascio di questo metallo nella pelle.
Nel caso di allergia al metallo invece, i sintomi possono essere più o meno gli stessi ma più accentuati, soprattutto per quanto riguarda la dermatite da contatto; si possono avere anche dei casi di crisi respiratoria ed asma.
Alimenti che contengono nichel
(Fonte: IMBIO – istituto di Medicina Biologica)
Alloro, Arachidi, Aragosta, Aringhe, Asparagi, Avena, Basilico, Broccoli, Brioches, Cacao/Cioccolato, Caffè,Gelati, Girasole, Grano saraceno, Indivia belga verde, Kiwi, Lampone, Lattuga, Lenticchia, Lievito in polvere, Liquirizia, Mais, Mandorle,Margarina, Marmellate, Merluzzo, Miglio, Mirtillo, Molluschi (vongole, cozze, ostriche), Noce moscata, Noci, Nocciole, Olio di semi, Olio ad alta temperatura, Patata, Pepe, Pere, Piselli, Pistacchio, Pomodori, Porro, Prezzemolo, Prugna, Radicchio verde, Rapa, Rucola, Salmone, Sedano, Segale, Sgombro, Sogliola, Soia (anche il tofu), Spinaci, The nero, Tonno, Topinambur, Uva, Uva passa, Vino, Zucca, Zucchina.
Prodotti multicereali, Cibi fritti, Cibi in latta, Cibi precotti.
Tutti i tipi di semi. Dadi da brodo, Grassi vegetali.
Leggendo la lista sopra i lettori troveranno delle “discrasie” con altre fonti dati. Il motivo di talune differenze sta nel fatto che non si è ancora definita una concentrazione soglia (mg/Kg), contrariamente al glutine (20ppm= 20mg/kg), rispetto al quale un alimento possa o meno definirsi a “basso o alto contenuto di nichel”, si passa così a dei valori che oscillano a 0,03mg/Kg o quelli a 0,5mg/kg e così via. Tuttavia per alcuni alimenti vi è accordo unanime da parte della comunità scientifica a considerarli ad alto contenuto di nichel, ad esempio: arachidi, piselli ecc..
Il consiglio della nonna…
Dato che il nichel è un metallo ubiquitario, e quindi non esistono diete prive di nichel, assume sempre maggior importanza ciò che una volta le nostre nonne ci facevano fare: “il venerdì di magro”; un giorno alla settimana dove oltre che mangiare poco e sicuramente leggero, ingeriamo cibi di stagione (abitudine ormai persa) con grande assunzione di liquidi per aiutare il nostro corpo a drenare le tossine accumulate. In questa maniera agevoliamo il nostro sistema immunitario ad abbassare le soglie di sopportazione degli allergeni.