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Prodotti : Complementi : Rexite Abitacolo, letto a castello componibile

ABITACOLO, letto a castello per ragazzi di design, realizzato in acciaio verniciato

Disegnato da Bruno Munari, Abitacolo è interamente realizzato in acciaio, disponibile nei colori grigio; questo letto è una vera e propria struttura ludico-educativa, caratterizzata da praticità e multifunzionalità: Abitacolo è infatti dotato di due piani in rete regolabili in altezza, quattro mensole, due cestelli ed un tavolino in laminato bianco, regolabile in altezza.
Il vano rete ha dimensioni 190 x 80 cm, anch'esso regolabile all'altezza desiderata.
Design, Bruno Munari, produzione Robots dal 1971 - Compasso d'Oro 1979

Dimensioni esterne:
L.194 x 83 x 206 h. cm.
02 - Piano rete: L.190 x 80 cm. ( misure materasso 190 x 80 )
01 - Tavolo scrivania: L.78,5 x 45,2 x 2 sp. cm. realizzato in Melaminico bianco
04 - Mensola: L.78,5 x 20,5 x 21 h. cm.
02 - Cestelli: L.34,5 x 23,5 x 20 h. cm.
10 - Ganci
Peso totale:
kg. 51
Portata della rete-letto: 140 kg
Struttura: acciaio saldato è plastificata con resine epossidiche a 200 gradi
Colori disponibili: grigio molto chiaro ( rosso non più in produzione )

Abitacolo nasce con lo scopo di dare spazio a uno o due ragazzi nella casa dei propri genitori. Munari per rispondere al problema sviluppa un'idea che soddisfi una massima funzionalità non solo pratica ma anche psicologia, economica e spaziale di tutti i servizi necessari nello spazio minimo. L'oggetto è pensato per un ragazzo dagli otto anni in su tale che sia una struttura unica che comprenda tutti i servizi utili e cioè un letto, una libreria, un tavolo e contenitori vari di oggetti. Inoltre dovrà essere trasformabile, personalizzabile e non ingombrante visivamente.

L'Abitacolo è di dimensioni 194 x 83 x 206 cm, composto da un modulo base 20 x 20 cm (per i quattro montanti) con i suoi sottomoduli di 10 x 10 cm (per i due piani orizzontali) e di 5 x 5 (per i contenitori vari). Conferendo alla struttura un peso di 51Kg in grado di sostenere fino a il peso di venti persone.

Materiali
La scelta sui materiali più adatti per costruire questa struttura si orienta sui tondini d'acciaio uniti tra loro mediante la tecnica della saldatura elettrica. I tondini vengono poi trattati tramite il processo di verniciatura a polvere epossidica (o verniciatura "epoxy") che consiste nella applicazione al manufatto da verniciare di una resina epossidica in polvere mediante pistole a spruzzo elettrostatiche con successiva cottura a forno. È un procedimento di verniciatura che garantisce un'ottima qualità di adesione e resistenza anticorrosiva e una eccezionale durezza, quindi ideale per manufatti con utilizzo in interni (arredamento, casalinghi, ecc).

DOMUS n. 496, marzo 1971
Che cos'è un abitacolo Bruno Munari per Robots di Milano
"Che cos'è un ABITACOLO? Negli aerei monoposto è il posto del pilota, contenete comandi e strumenti, spazio che nei grandi aerei diventa la cabina di pilotaggio. Nelle automobili di ogni tipo è lo spazio che accoglie le persone. Nelle astronavi è lo spazio che accoglie gli astronauti con tutto il necessario per vivere e controllare la navigazione. Abitacolo è lo spazio abitabile in misura essenziale. In modo figurativo è anche l'intimo recesso individuale, è il luogo interno dove è situato tutto ciò che forma il proprio mondo. Nelle case degli adulti, non tutti i ragazzi hanno una camera tutta per loro che possono trasformare e arredare a piacere. Molti altri hanno solo un letto, un tavolo, una sedia, un posto per i libri, gli abiti in una valigia come ho avuto io stesso per parecchio tempo. Non hanno un abitacolo dove potersi isolare,
dove poter studiare, meditare, scrivere, leggere, dormire, ascoltare la loro musica, conversare con gli amici.
Da questa esigenza nasce questo Abitacolo, il quale intende risolvere il problema, per ora, sia dal lato strutturale che da quello estetico, e, non meno importante, da quello economico.
Abitacolo è una struttura di acciaio ridotta alla sua essenza. Il modulo è di venti centimetri con tutti i suoi sottomultipli, il che permette la massima combinabilità.
Questa struttura di acciaio saldato è plastificata con resine epossidiche a 200 gradi. Il suo colore è grigio molto chiaro. La struttura base porta un tavolo, regolabile in altezza e inclinazione. Quattro mensole per libri, di ottanta centimetri ognuna, sono agganciabili dove si vuole. Due superfici di ottanta per centonovanta possono essere fissate a qualunque altezza sui quattro montanti, che sono anche quattro scale per salire sui piani. Bastano otto galletti a vite.
Il montaggio è molto semplice, non occorrono istruzioni.
Due cesti metallici si possono agganciare dove si vuole, per mettere ogni cosa. Una ventina di ganci per appendere tutto dove si vuole.
Il tutto pesa 51 chili.
L'insieme è solido come se fosse saldato; anche un adulto grasso e antipatico può salire sull'Abitacolo senza sfondarlo, anzi dalle prove risulta che l'Abitacolo può portare anche venti persone.
Non è stato ancora stabilito il prezzo di questo Abitacolo, ma certamente costerà meno di un tavolo, quattro metri di libreria, un mobiletto contenitore di oggetti, due letti e quattro scale.

Senza calcolare che Abitacolo è assolutamente neutro, non impone una sua estetica essendo solo una struttura essenziale, anzi si pensa a qualunque adattamento o trasformazione che l'ambiente voglia fare, rendendosi sempre più invisibile secondo l'invadenza dell'ambiente".

Bruno Munari

Biografia Bruno Munari
Nato a milano nel 1907, Bruno Munari è artista, grafico e designer.
Segue da principio i gruppi futuristi milanesi e romani. A partire dal 1930 crea la serie delle macchine inutili, si allontana via via dal futurismo e si dedica alla grafica - Campari - e all'editoria con Mondadori.
A partire dal 1945 pubblica libri per bambini. Nel 1948 e' tra i fondatori del MAC (Movimento Arte Concreta) contribuendo alla modernizzazione dell'arte. Sono del 1949 i libri illeggibili; crea giocattoli e vince il primo compasso d'oro nel 1954 con Zizì, la scimmietta in gomma flessibile per Pigomma.
Dal 1956 organizza nello show room Olivetti a milano: l'esposizione arte programmata.
Dal 1968 progetta oggetti e giochi didattici per danese. Nel 1970 inizia la collaborazione sia di oggetti che espositori con ROBOTS.


Massima integrazione delle funzionalità della casa e creazione di mobili autosufficienti, fatti di tanti oggetti d'arredo che si relazionano in modo nuovo e più completo: sono questi i concetti alla base dell'Abitacolo di Bruno Munari, una sorta di "casa nella casa".

La struttura cavalca le tendenze degli anni a cavallo tra i Sessanta e i Settanta, periodo caratterizzato da un'intensa sperimentazione in direzione di una maggiore coerenza tra arredare e vivere moderno; ci si allontana così dagli stereotipi tradizionali e, tra i vari risultati, c'è anche lo sviluppo di soluzioni modulari e multifunzione.

L'Abitacolo, unico tra questi esperimenti ad essere tuttora in produzione, è del 1971: si tratta di una struttura in acciaio con letto e tavolo integrabili e diversi accessori. Comprende infatti due piani in rete, due cestelli, quattro mensole, una serie di pratici ganci appendituitto e un tavolino in laminato regolabile in altezza. L'abitacolo è stato così descritto dallo stesso Munari "E' un abitacolo, appunto, costituito da un telaio in acciaio elettrosaldato, corredato da un letto e accessori vari in materiali diversi. E' un posto dei giochi, del sonno, di studio e di svago, un 'hortus conclusus' infantile, trasformabile a piacere […] E poiché è una struttura, è pure facilmente smontabile, pronta ad assumere una nuova veste, correndo dietro alla fantasia… E' una struttura ridotta all'essenziale, uno spazio delimitato e allo stesso tempo aperto… E' un modulo abitativo, un habitat, contiene tutti gli oggetti personali… Uno spazio nascosto in cui la presenza del bambino rende superflui i mobili, su cui la polvere non sa dove posarsi. E' il minimo ma da il massimo. Numerato ma illimitato. L'habitat diventa l'ambiente adattabile alla personalità dell'abitante. Pesa 51 chili e può portare anche venti persone."

L'Abitacolo è quindi pensato con l'idea di realizzare una nuova area per i ragazzi e permetteva loro di trovare uno spazio per ogni oggetto e attività, dai libri ai giocattoli, fino allo spazio per dormire: è quindi contemporaneamente camera da letto, studio, libreria e ripostiglio. Oltre ad un mobile è anche un oggetto d'arredo che, una volta in uso, trasmette pienamente gusti, personalità e passione di chi lo vive e lo abita.

Questo mito del design fu prodotto da Robots e successivamente premiato dal Compasso d'oro nel 1979; oggetto intramontabile, risulta ancora attuale grazie alla praticità, alla funzionalità e all'ingombro ridotto, che permette di offrire ai propri figli uno spazio completo e esteticamente appagante anche con poco spazio.

BRUNO MUNARI
«
Quando qualcuno dice:
questo lo so fare anch'io,
vuol dire
che lo sa rifare
altrimenti
lo avrebbe già fatto prima. »(Bruno Munari, Verbale scritto, 1992)

È stato uno dei massimi protagonisti dell'arte, del design e della grafica del XX secolo, dando contributi fondamentali in diversi campi dell'espressione visiva (pittura, scultura, cinematografia, design industriale, grafica) e non visiva (scrittura, poesia, didattica) con una ricerca poliedrica sul tema del movimento, della luce e dello sviluppo della creatività e della fantasia nell'infanzia attraverso il gioco.
Bruno Munari è figura leonardesca tra le più importanti del novecento italiano. Assieme allo spaziale Lucio Fontana, Bruno Munari il perfettissimo domina la scena milanese degli anni cinquanta-sessanta; sono gli anni del boom economico in cui nasce la figura dell'artista operatore-visivo che diventa consulente aziendale e che contribuisce attivamente alla rinascita industriale italiana del dopoguerra.

Munari partecipa giovanissimo al futurismo, dal quale si distacca con senso di levità ed umorismo, inventando la macchina aerea (1930), primo mobile nella storia dell'arte, e le macchine inutili (1933). Verso la fine degli anni '40 fonda il MAC (Movimento Arte Concreta) che funge da coalizzatore delle istanze astrattiste italiane prospettando una sintesi delle arti, in grado di affiancare alla pittura tradizionale nuovi strumenti di comunicazione ed in grado di dimostrare agli industriali la possibilità di una convergenza tra arte e tecnica. Nel 1947 realizza Concavo-convesso, una delle prime installazioni nella storia dell'arte, quasi coeva, benché precedente, all'ambiente nero che Lucio Fontana presenta nel 1949 alla Galleria Naviglio di Milano.
È il segno evidente che la problematica di un'arte che si fa ambiente e in cui il fruitore è sollecitato, non solo mentalmente, ma in modo ormai multi-sensoriale, è ormai matura.
Nel 1950 realizza la pittura proiettata attraverso composizioni astratte racchiuse tra i vetrini delle diapositive e scompone la luce grazie all'uso del filtro Polaroid realizzando nel 1952 la pittura polarizzata, che presenta al MoMA nel 1954 con la mostra Munari's Slides.
È considerato uno dei protagonisti dell'arte programmata e cinetica, ma sfugge per la molteplicità delle sue attività e per la sua grande ed intensa creatività ad ogni definizione, ad ogni catalogazione.