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Collaborazioni > Vincenzo Balena, scultore e pittore

VINCENZO BALENA SCULTORE E PITTORE
CRONOLOGIA ARTISTICA E REGESTO DELLE MOSTRE E DELLA CRITICA
1942
Vincenzo Balena nasce a Milano.
Anni Sessanta
Studia arti grafiche e inizia a lavorare come cromolitografo. È proprio questa attività, le cui fasi artigianali di colorazione manuale delle lastre richiedono abilità pittografiche, a spingerlo ad approfondire gli studi. Contemporaneamente decide allora di frequentare il quinquiennio della Scuola Superiore d'Arte del Castello Sforzesco a Milano, dove è allievo inizialmente di Carlo Russo per il disegno e successivamente di Bertazzoni per l'affresco.
Nel 1965 consegue il primo premio nell'affresco, col massimo punteggio

1968
Da questo momento in poi si dedica esclusivamente alla pittura e alla scultura nello studio situato in una cascina di via Schievano, nella zona Barona a Milano. Conosce lo scultore Mario Molteni che lo spinge a partecipare alle prime mostre. Il confronto col pubblico ha inizio con la partecipazione all'VIII Biennale Nazionale d'Arte Sacra Contemporanea e al XXI Premio Suzzara.
Studia la morfologia di radici e tronchi d'ulivo, cioè di forme naturali che, riannodando i legami con la terra d'origine (il padre pugliese), pongono in luce al contempo una costitutiva "sofferenza" del vivente, oltre che una dolorosa separazione personale, quella vissuta nelle laceranti contraddizioni della periferia di una città industriale alla vigilia della grande contestazione. Questi studi sulla natura, condotti attraverso l'esercizio sapiente del disegno, si traducono inizialmente in opere di pittura.
Partecipa al Premio di Pittura e Disegno del Centro Rionale di Unità Democratica a Milano conseguendo il V premio.

1971
Prosegue lo studio della morfologia animale coi cicli dedicati alle cicale, alle libellule e alle rane.
È premiato alla Mostra Collettiva a Codogno ed è presente alla mostra di grafica e disegno sul tema "No alla violenza", organizzata dal Comune di Milano all'Arengario. Partecipa alle collettive al Club Turati di Cremona e alla Galleria 16 di Milano. È presente alla XI Mostra Piazzetta a Sesto San Giovanni (Premio Acquisto), al I Premio Nazionale Borgosesia e alla Mostra e Premio Brunate.

1972
Rane e carcasse di maggiolino occupano questa sua fase della ricerca.
Partecipa alla Collettiva della Galleria d'Arte Contemporanea Solferino di Milano, aperta il 16 maggio, dove espongono, tra gli altri, Basaglia, Ceretti e Plescan. È presente anche alla XII Mostra Piazzetta di Sesto San Giovanni, dove è segnalato, al II Premio Nazionale Borgosesia e alla Mostra e Premio Brunate.
È premiato inoltre al IX Premio Nazionale Santa Margherita Ligure.
È segnalato sulla rivista "NAC" (Notiziario Arte Contemporanea), n.10, a cura di Francesco Vincitorio.
Entra in contatto con Marco Rosci, docente di Storia dell'Arte all'Università Statale di Milano, di cui segue i corsi sulle avanguardie artistiche russe e tedesche.

1973
Tiene la prima personale alla Galleria Montrasio di Monza dal 15 al 30 settembre, dove espone oli e bronzi realizzati negli ultimi tre anni. Lo presenta in catalogo Marco Rosci evocando sinteticamente il clima storico-culturale, soprattutto milanese, nel quale si colloca la ricerca di Balena, ricerca che muove dalla constatazione critica della crisi del realismo sociale. Con alle spalle gli esiti di Lam, Matta, Gorky, Sutherland e Bacon, Balena percorre – secondo lo studioso – una sua strada personale di esplorazione della materia e della forma attraverso cui perviene alla "oggettivazione e denuncia – metaforizzando l'indagine lenticolare scientifica della forma naturale organica – della violenza dell'uomo sull'uomo". Anche Maria Bergonzoni, recensendo la mostra su "Regione Express" (settembre 1973), sottolinea come l'indagine della natura ("natura del sud: fichi d'india, cavallette, libellule …") esprima metaforicamente la violenza dell'uomo nella civiltà delle macchine.
Nello stesso anno partecipa inoltre al Premio Nazionale S. Gaudenzio d'Oro Città di Novara, alla Mostra dei premiati del Premio Piazzetta a Sesto San Giovanni, alle collettive alla Galleria Le Firme di Milano e alla Galleria Montrasio di Monza, alle Mostre d'arte per "L'antifascismo di ieri e di oggi" al circolo "De Amicis" di Milano.
È segnalato sulla rivista "NAC" (Notiziario Arte Contemporanea), n.12.

1974
Inizia il ciclo dei "messaggeri": riprese ravvicinate e impietose di uccelli, per lo più rapaci, tradotte in immagini pittoriche inquietanti.
È presente alla IV Biennale di Porta Venezia, presso la Galleria "Le Firme" a Milano.
A Bari, nella galleria "A2 arte contemporanea" H.Reich Duse presenta una sua personale. Nel testo in catalogo il critico sottolinea l'alta preparazione tecnica di Balena sia nella scultura che nella pittura, evidenziando per quest'ultima l'adozione di una tavolozza originale, dove il colore rivela "una musicalità aspra, risentita, provocatoria". Studi di fichi d'India, granchi, cavallette, maggiolini, avvoltoi "sezionati graficamente nella muscolatura, ridotti a puri meccanismi" metaforizzano l'angoscia della disumanizzazione, ma al contempo la ricerca di spiritualità (il volo della libellula).
Consegue il II premio al IV Concorso "Mostra nazionale di pittura contemporanea" a Borgosesia.
A Volpedo, partecipa alla Biennale di Pittura "Giuseppe Pellizza da Volpedo".

1975
Partecipa alla collettiva alla Galleria della Piazza di Varese, alla XXVI Mostra d'arte contemporanea a Torre Péllice e al V Concorso "Mostra nazionale di pittura contemporanea" a Borgosesia (premio di rappresentanza).

1976
Inizia il ciclo "Noi, le scimmie". L'artista si reca a visitare gli zoo di Roma e di Torino, studiando le scimmie dal vero attraverso schizzi e fotografie. Ne scaturiscono ritratti in cui, non senza imbarazzo, si trovano riflessi diversi caratteri umani. Questa ricerca prende spunto dalle questioni sorte con l'apertura, o per meglio dire la chiusura dei manicomi da parte di Franco Basaglia.
Espone alcune sculture nella collettiva alla Galleria Atena di Meda.

1977
Presenta alcuni disegni alla mostra di Grafica italiana aperta in marzo alla Moderna Galerija di Lubyana e in novembre all'Académie Lyonnaise a Lione.

1978
Partecipa a un gruppo di studio sulle avanguardie artistiche russe e sul teatro d'avanguardia, formatosi spontaneamente in una scuola artistica serale di Milano. La lettura dell'opera di Malevic e di Tatlin e le discussioni sui testi teorici del Suprematismo e del Costruttivismo avranno qualche riflesso nell'impaginazione architettonica dei lavori successivi.
Alla Galleria De Marco di Milano presenta i suoi studi pittorici sulle scimmie: quasi una galleria di ritratti che fa virare il naturalismo cromatico verso aciduli rossi e vinaccia, una fisio-patognomica che inquieta perché infrange i confini dell'umano e dell'animale. Tiene una personale anche alla Galleria d'Arte San Rocco di Seregno.
È segnalato al Premio Nazionale Santhià.

1979-1980
Inizia ad eseguire alcuni ritratti in scultura e ad approfondire lo studio della personalità e dell'opera di Pasolini. Il tema lo assorbe totalmente portandolo a concepire un ciclo di opere (disegni, dipinti e sculture) che si concluderà nel 1982.

1981
Esegue una serie di studi grafici e pittorici su alcune piante di girasoli, raccolte nell'orto adiacente allo studio e disseccate. Parte di questi studi entreranno nei lavori pittorici e plastici dedicati a Pasolini ed esposti nelle personali del 1984 e del 1986.

1982
Dal 13 gennaio al 9 febbraio alla galleria "Aleph spazio d'arte" si svolge una sua personale in cui Balena espone soprattutto disegni legati ai suoi studi sugli uccelli (il ciclo dei messaggeri) e sulle scimmie. Accompagnano il catalogo due testi poetici di Mario De Micheli. I messaggeri di Vincenzo Balena, animali umani dall'aspetto spettrale, annunciano e ammoniscono, rappresentando – secondo De Micheli – "il traslato dell'orrore contemporaneo nelle possibili conclusioni del nostro destino"; in Noi, le scimmie è la "grottesca rivelazione" dell'animalità dell'umano svelata dall' "ironica teoria darwiniana". Hanno esito negativo diversi tentativi di esporre il ciclo dedicato a Pasolini: Balena teme l'oscuramento di una parte significativa del suo lavoro, pagando la scelta di un autore scomodo che continua ad essere rimosso.1983
Riprende gli studi sui girasoli.
Partecipa alla collettiva sul tema "Il ritratto"alla Galleria Valentini di Milano.

1984
La grande scultura del 1980 (la "Gabbia") in legno di tiglio, piombo e fili metallici, sintesi di una decennale ricerca sulla morfologia degli uccelli, è al centro di una esposizione personale di notevole impatto visivo presentata alla galleria del Naviglio a Milano dal 15 febbraio al 6 marzo. Ad essa è strettamente collegata una piccola scultura polimaterica dedicata a Pasolini, a sua volta sintesi delle profonde riflessioni e dei molteplici studi disegnativi e pittorici condotti da Balena in questi anni e in parte qui esposti. Nel saggio in catalogo dal titolo I "tre regni" di Vincenzo Balena, Mario de Micheli – da diversi anni critico di riferimento per l'artista – usa il termine "indagine" per qualificare questo modo di operare sui tre regni vegetale, animale e umano, nel senso che vi ravvisa "qualcosa di leonardesco". "Sia che disegni o dipinga o si dedichi alla scultura, – scrive De Micheli – Balena tende infatti e soltanto a costruire una metafora dell'esistenza nella sua parabola di vita e di morte, nel suo intreccio di oggettività e di soggettività, nel suo flusso drammatico fra tempo storico e tempo naturale, tra libero arbitrio e ineluttablità della natura". Le "anatomie" di Balena non hanno quindi niente della scienza positivistica, rivelando invece "un'acuta tensione intellettuale", quella tensione che, attraverso il riferimento – in questo caso – a Pasolini, muove dallo "sgomento esistenziale di fronte alla storia e alla natura" e dalla coscienza delle "proprie oscure contraddizioni dentro l'ordito della realtà quotidiana".
Marco Rosci lo segnala sul catalogo Bolaffi Scultura Italiana, n. 8, 1984.