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Prodotti : Complementi : locali pubblici : Metozono Hercules per il trattamento di Ozono,sanificazione dei locali di lavorazione nei vari settori alimentari

Hercules
Generatore di ozono per l'impiego nella disinfezione e deodorazione degli ambienti. L'ozono elimina batteri, virus, muffe, funghi, cattivi odori ed igienizza l'ambiente circostante.

Hercules è un'apparecchiatura simile come principio di funzionamento all'AirWind, è stata progettata per avere una importante produzione di ozono in uno spazio contenuto.
E' gestita da un Programmatore Giornaliero/Settimanale che da modo all'Utente di impostare le tempistiche di trattamento in base alle dimensioni dei locali.
E' strutturata per essere posizionata all'interno di locali a temperatura ambiente, può essere sospeso o fissato a parete.

Applicazioni
Hercules viene utilizzato durante gli intervalli del ciclo produttivo, per il trattamento di sanificazione dei locali di lavorazione nei vari settori alimentari, ad esempio locali di stoccaggio di derrate, sementi, prodotti per la pesca, ecc., lavorati e/o conservati a temperatura ambiente.

• Locali di stoccaggio di derrate
• Sale di lavorazione
• Conservazione di frutta/verdura
• Locali di stoccaggio di prodotti per la pesca

Caratteristiche
• Sanificazione di locali fino a 500 m3
• Deodorazione di locali fino a 1.500 m3.

Caratteristiche Tecniche
Dimensioni: cm L 75 x 22 x 30 h
Peso: 16 Kg
Alimentazione elettrica: 230 VAC, 50 Hz
Potenza Elettrica: 600 W
Generatore Ozono: 4 g/h

Accessori
• Programmatore Settimanale

L'OZONO
L'Ozono è un gas formato da atomi di ossigeno, ma a differenza dell'ossigeno che respiriamo (simbolo chimicoO2) la sua molecola è formata da 3 atomi invece che da 2. Si tratta pertanto di uno stato allotropico dell'ossigeno, con simbolo chimico O3.

L'ozono in natura viene generato a bassa quota durante i temporali con fulmini e ad alta quota per radiazione ultravioletta solare.

Per il suo potere di abbattere la concentrazione di funghi, acari, batteri, virus e la generalità delle molecole percepite dall'olfatto, l'ozono è conosciuto per le sue capacità sanitizzanti e deodorizzanti.

E' un gas fortemente instabile e decade più o meno rapidamente, soprattutto in relazione alla temperatura, trasformandosi in ossigeno O2. Così a zero gradi centigradi il tempo di dimezzamento (emivita) è di 140 minuti, a 20 gradi centigradi è di 40 minuti.

A causa della sua instabilità non può essere né immagazzinato né trasportato; questo limite impone che esso sia generato il più vicino possibile al punto di utilizzo.

Artificialmente viene prodotto per effetto corona facendo fluire ossigeno puro o aria debitamente trattata attraverso un campo elettrico alternato ad alta intensità (7.000 - 15.000 Volt).

Ad elevate concentrazioni, l'ozono è un gas tossico per via inalatoria e per questo motivo si raccomanda che l'ambiente sia sgombro da persone ed animali durante il trattamento

Viene considerata pericolosa una esposizione superiore a 0,06 ppm mantenuta per 8 ore consecutive e per 5 giorni settimanali.

Il nostro olfatto rileva la presenza di ozono già a concentrazioni di 0,02 ppm (parti per milione). L'ozono è riconoscibile per il suo odore pungente caratteristico,- lo stesso che accompagna talvolta i temporali, dovuto proprio all'ozono prodotto dalle scariche dei fulmini. L'ozono inoltre rappresenta un sistema di sanificazione altamente ecologico in quanto si preleva ossigeno dall'aria e si restituisce ossigeno.

L'ozono è uno stato allotropico dell'ossigeno.
Per il suo potere di abbattere la concentrazione di funghi, acari, batteri e virus, l'ozono è conosciuto per le sue capacità sanitizzanti e deodorizzanti.
L'attività germicida dell'ozono si fonda sulla sua elevata specificità quale ossidante diretto: grazie a questa particolarità chimica tutte le strutture macromolecolari cellulari vengono profondamente alterate, disaggregate e quindi inattivate.
Non esistono quindi individui microscopici sia in fase attiva che in fase di quiescenza sui quali l'azione soppressiva non sia rapida, completa e libera dal rilascio di residui secondari apprezzabili.

LA STORIA
Dall'esperienza maturata in oltre 25 anni di lavoro nel settre elettronico e attaverso la volontà di far confluire in una nuova realtà specifiche competenze di natura meccanica, informatica e Hsica, nasce MET srl, una società tutta Italiana che si propone di progettare, produrre e vendere apparecchiature generatrici di ozono.

Inizialmente pensato per un'applicazione nel settore medicale, l'ozono si è dimostrato particolarmente effcace in numerosi altri ambiti industriali permettndo a MET di espandere le possibilità produttve rivolgendosi ad un mercato non esclusivamente legato alla medicina. Sin da subito ci si è resi conto che la richiesta non era di macchine che in tanti vendono, bensì soluzioni, in quanto ogni cliente ha conoscenze, esperienze, esigenze e situazioni diverse del tutto peculiari.

Questo ci ha portato a pensare che i nostri clienti vorrebbero impianti studiati e creati su misura per le proprie esigenze e diventando di fatto loro partner, possiamo trovare insieme la soluzione al problema.

Tutto questo ci è permesso in quanto conoscitori di questa tecnologia sviluppata interamente da proge=isti e tecnici italiani, per produrre macchine costruite interamente in Italia.

La passione e la condivisione di importanti valori etici, del rispetto dell'ambiente e delle sue risorse continuano ad essere la spinta ideale per proseguire in un percorso fatto di ricerca e sperimentazione per usufruire al meglio dell'Ozono.

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PARLIAMO DI VIRUS - Che cos'è un virus? È un essere vivente o no?
13 MARZO 2020 | MARCO FERRARI https://www.focus.it/scienza/salute/cosa-sono-i-virus

I virus sono microscopici aggregati di materiale biologico, ma non sono capaci di trasformare il cibo attraverso il metabolismo o riprodursi da soli.

I virus sono i più piccoli tra i soggetti della biologia, anche se gli studiosi non sono certi che possano essere inclusi tra i veri viventi. Per la loro struttura estremamente semplice e le dimensioni minuscole sono stati scoperti solo alla fine del diciannovesimo secolo. Le loro dimensioni vanno dai 28 ai 200 nanometri (miliardesimi di metro), di conseguenza sono visibili solo al microscopio elettronico.

ESSERE O NON ESSERE (VIVENTE). L'aspetto essenziale della loro biologia è che mancano di alcune proprietà di altri regni della vita; non hanno una vita autonoma, né sono capaci di trasformare il cibo attraverso il metabolismo o riprodursi da soli. Hanno cioè bisogno di altre cellule, dai batteri agli archea e agli eucarioti, nelle quali entrano con metodi diversi: sono per questo definiti parassiti obbligati.

SEMPLICI PARASSITI. A differenza degli esseri viventi, i virus non sono fatti di cellule vere e proprie e quindi non hanno il citoplasma e gli organelli cellulari tipici degli eucarioti (piante, animali e funghi). In particolare mancano loro i ribosomi, le piccole componenti cellulari che producono le proteine.

La loro struttura di base è molto semplice: sono costituiti da un involucro di proteine (il capside) che racchiude il materiale genetico, cioè acidi nucleici come DNA oppure RNA. Alcuni hanno anche un mantello (o pericapside) che li avvolge, e sono chiamati virus rivestiti. Questi virus contengono nel rivestimento proteine o altre sostanze che li aiutano ad aggrapparsi alle cellule che poi infettano. Altri virus (i batteriofagi, parassiti dei batteri) hanno una struttura molto più complessa, con una testa (che contiene il materiale genetico) e una coda, che si aggancia agli ospiti e inietta il materiale genetico.

COME SI DIFFONDONO. Per riprodursi e quindi diffondersi, i virus utilizzano vari metodi per penetrarle e usano il corpo di queste ultime (in particolare il materiale genetico e i ribosomi) per ricostruire proteine e materiale genetico. Nella cellula colpita i pezzetti di virus si ricombinano ed escono, alla fine a volte uccidendola e continuando ad aggredire altre cellule del corpo. In questo modo l'infezione si allarga fino a far ammalare l'intero organismo.

GUARDA I VIRUS AL MICROSCOPIO Se vi piacciono... ecco i virus al microscopio
Una carrellata di virus al microscopio.

< 1/11 > Il termine coronavirus deriva dalla forma che le parti infettive presentano al microscopio elettronico, con tante piccole punte attorno a una struttura centrale (come in una corona).

< 2/11 > Nonostante l'aspetto amichevole e la forma a cuore, questa particella è tutt'altro che innocua. Si tratta infatti di un ingrandimento al microscopio elettronico del virus dell'influenza aviaria H5N1.
Ultimamente non se ne parla più e forse la sua diffusione non viaggia ai ritmi che si temevano: in un nostro multimedia vi mostriamo comunque cosa potrebbe succedere se passasse all'uomo.

< 3/11 > Uno starnuto, il naso che gocciola, un senso di debolezza... Forse siete stati colpiti da uno degli oltre 250 virus del raffreddore esistenti al mondo, come questi coronavirus ripresi al microscopio elettronico. L'abbondanza di ceppi spiega perché, durante l'evoluzione, non ci siamo immunizzati dal raffreddore. Il 2% della popolazione è portatore di uno di questi virus senza sintomi e si calcola che durante le epidemie sono infettati fino all'80% dei bambini.
Il raffreddore è così comune perché si trasmette facilmente: le vie di contagio sono praticamente infinite. Può essere l'aerosol di vapore che esce dalle narici del vicino in autobus, ma anche il ripiano su cui qualcuno ha starnutito 3 ore prime: basta toccarlo per "infettarsi" (probabilità: 93,7%). E anche stringere la mano a un malato è sufficiente per essere contagiati (probabilità: 66,6%): tutti noi, infatti, ci tocchiamo inconsapevolmente il naso molto spesso. E i virus del raffreddore trova la "porta d'entrata".

< 4/11 > Sembra una piccola pallina ricamata con fiorellini rossi all'uncinetto e invece è l'ingrandimento del temibile papilloma virus (Hpv), responsabile del 50% dei casi di cancro all'utero nelle donne.
Secondo un recente studio pubblicato su "The Lancet Oncology", dei 12,7 milioni di nuovi casi di tumore all'anno nel mondo almeno due milioni sono imputabili a infezioni. In particolare, papilloma virus (Hpv), Helicobacter pylori e i virus dell'epatite B e C da soli sono responsabili di 1,9 milioni di casi di cancro, specialmente del tratto gastrico, epatico e della cervice uterina.
La ricerca, condotta dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) di Lione, ha analizzato il tasso di incidenza di 27 tipi diversi di tumore in 184 Paesi (dati 2008). I risultati hanno evidenziato come nei Paesi in via di sviluppo il 23% dei tumori è riferibile a infezioni, mentre nei Paesi sviluppati la percentuale scende al 7,4%. Nella lotta contro il cancro, quindi, alla ricerca scientifica per farmaci, terapie e vaccini sempre più efficaci, alle nanotecnologie e alla prevenzione legata allo stile di vita sarà sempre più importante affiancare la cura di quelle infezioni che possono favorire l'insorgenza di cellule tumorali.

< 5/11 > Si è data da poco notizia della mancanza di fondi per la ricerca e la prevenzione del virus dell'Hiv (Human Immunodeficiency Virus), causa della sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids). Questa la struttura del virus al microscopio: il linfocita infettato ha la superficie caratterizzata dalle tipiche sporgenze irregolari. Le piccole particelle sferiche del virus (in blu nella foto) entrano così nel circolo ematico e causano appunto la morte dei linfociti e l'indebolimento (fino alla distruzione) del sistema immunitario. Per conoscere meglio il corpo umano visto al microscopio, visita il multimedia dedicato "Viaggio al centro dell'uomo".

< 6/11 > Cosa saranno mai queste sfere rosa bernoccolute? A prima vista sembrerebbero quelle palline di gomma che si usano per far giocare il micio di casa, ma dietro al loro aspetto innocuo si nasconde un killer.
Si tratta infatti del virus dell'influenza suina visto al microscopio, il temibile A/H1N1 che nel 2009 gettò nel panico il mondo intero con un allarme pandemia.
Dopo tanto clamore e paura, in realtà il virus ha avuto un impatto molto inferiore alle attese in termini di decessi (del tutto paragonabili a quelli di una normale influenza) e milioni di dosi di vaccini acquistati dai governi per fronteggiare la possibile emergenza sono rimasti nei frigoriferi.
L'OMS ha dichiarato chiusa la fase pandemica nell'agosto 2010, ma questo non significa che il virus sia scomparso. In realtà, dal 2009 è ancora in circolazione e si comporta come un comune virus stagionale. Come rivelano i dati dell'OMS, nel 2010 il virus pandemico A/H1N1 ha co-circolato con i virus influenzali A/H3N2 e B, di conseguenza il vaccino della stagione 2011-2012 è stato preparato con gli antigeni capaci di combattere proprio questi 3 ceppi principali.
Ma i virus influenzali possono mutare in qualsiasi momento: speriamo che queste palline bitorzolute non decidano di complicarci nuovamente la vita.

< 7/11 > Anche i cetrioli, nel loro piccolo, si ammalano. Quello che vedete, per esempio, è il virus della necrosi del cetriolo: trasmesso da un fungo, fa scolorire e avvizzire le foglie di questa pianta.
Potrebbe sembrare un'illustrazione artistica, ma in realtà è la ricostruzione computerizzata operata da un particolare software che "legge" i dati forniti da un crio-microscopio elettronico. Si tratta di un normale microscopio elettronico, ma con una marcia in più: i campioni analizzati vengono portati al di sotto dei – 150° C, e poi bersagliati con fasci di elettroni da diverse angolazioni, per vedere come si comportano a temperature così basse.
Tutti i dati raccolti da questo strumento vengono poi trasmessi a un computer che li rielabora trasformandoli in modelli a tre dimensioni.

< 8/11 > L'americano David Goodsell, professione biologo molecolare, ha una passione: dipingere… l'invisibile. Combinando la sua passione per l'arte e il suo mestiere di scienziato ha iniziato a illustrare le complessità biochimiche presenti nella cellula. Come quelle che si innestano quando un macrofago divora un batterio invasore, una cellula cancerogena marcia attraverso una spessa foresta di collagene o il virus dell'Hiv passa silenziosamente nel flusso sanguigno, sotto il naso del sistema immunitario che non si attiva.
Nella foto, gli anticorpi del sangue (da rosa chiaro a scuro) attaccano un batterio (a sinistra) e le particelle di un virus.

< 9/11 > Non esiste una terapia che possa sradicare nell'uomo l'infezione causata dal virus dell'immunodeficienza acquisita (HIV): il virus si inserisce infatti nel DNA della cellula in modo permanente. Nella foto, la superficie anomala di un globulo bianco infettato.
Quarantadue milioni di persone convivono, secondo il recente reportage delle Nazioni Unite, con l'HIV. Nel 2002, 5 milioni sono state le persone infettate e 3.1 milioni le persone morte per infezioni e neoplasie, risultato del deficit immunologico.

< 10/11 > Una menzione d'onore è arrivata anche per questo poster contenente una rappresentazione 3D del virus dell'Ebola, responsabile di epidemie mortali di febbre emorragica nel continente africano.
L'illustrazione, oltre a mettere in evidenza la caratteristica forma a occhiello del virione e la sua la superficie, permette di dare uno sguardo alla sua struttura molecolare interna con tutti i suoi componenti: polipeptidi, lipidi, RNA e proteine che funzionano da velcro mortale (in marrone), aggrappandosi alle cellule target e garantendo al virus un agile accesso al loro interno.

< 11/11 > Ecco quel che si vede se si guarda da vicino... un virus. In particolare, si tratta di un virus che infetta i batteri: l'immagine rappresenta l'interno del batteriofago che si riassembla con le proteine prodotte dal batterio con il proprio DNA (in verde) e l'apertura verso l'esterno.

26 NOVEMBRE 2013- FOCUS

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